sabato 28 maggio 2016

Sardegna, un mare di problemi




Sono preoccupato per la Sardegna. La mia terra vive un periodo molto difficile, al contrario del suo mare, sempre meraviglioso. Ma vivere in un luogo che offre spiagge mozzafiato e acque cristalline non basta: bisogna mangiare, realizzarsi, creare un futuro per sé e, se ci sono, per i propri figli.

Eppure i dati Istat, Eurostat e quelli del Rapporto OsservaSalute 2015 dipingono un quadro da incubo che mi turba profondamente. Sintetizzo brevemente quello che riporta il sito FocuSardegna:

  • In Sardegna hanno chiuso 475 imprese nei soli primi tre mesi di Gennaio 2016. La mia Isola, inoltre, fa parte "dei dieci territori Ue col tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) più elevato nel 2015".
  • La Sardegna è fra le regioni italiane con i numeri più alti di soggetti ricoverati per disturbi psichici e per disturbi alcol-correlati, nonché di mortalità per suicidio.
  • La Sardegna è ultima in Italia per le nascite
  • I sardi sono i primi di Italia per l'utilizzo delle slot machine (buttano via 500.000 euro al giorno)
Come potete giudicare voi stessi, questi dati non sono più considerabili come un campanello d'allarme, perché quello è suonato un po' di tempo fa. L'allarme si è solo aggravato. In Sardegna c'è poco lavoro, molti giovani vanno all'estero e chi resta difficilmente viene pagato bene e regolarmente. Oltretutto c'è il problema dei costi esorbitanti dei traghetti, che per molti turisti sono diventati proibitivi. D'altronde voi cosa fareste al loro posto? Non esiste solo la Sardegna, al mondo, mentre la tasca è una sola. Questo taglia le gambe a un settore, quello turistico, che per tante persone è un'importante fonte di reddito.

Però voglio fare una precisazione: la colpa, in parte, è anche dei sardi. Sì, perché c'è una mentalità dormiente, scarsamente propositiva, che spesso porta i giovani a starsene chiusi in casa in attesa che il lavoro gli piombi addosso. O, peggio, si rintanano in qualche bar, sperando nel miracolo tra un bicchiere di birra e l'altro. I problemi ci sono, ma bisogna anche rimboccarsi le maniche e andarsi a prendere la soluzione. I sacrifici sono la chiave, altrimenti i portoni si apriranno solo per gli altri.


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