Sono preoccupato per la Sardegna. La mia terra vive un periodo molto difficile, al contrario del suo mare, sempre meraviglioso. Ma vivere in un luogo che offre spiagge mozzafiato e acque cristalline non basta: bisogna mangiare, realizzarsi, creare un futuro per sé e, se ci sono, per i propri figli.
Eppure i dati Istat, Eurostat e quelli del Rapporto OsservaSalute 2015 dipingono un quadro da incubo che mi turba profondamente. Sintetizzo brevemente quello che riporta il sito FocuSardegna:
- In Sardegna hanno chiuso 475 imprese nei soli primi tre mesi di Gennaio 2016. La mia Isola, inoltre, fa parte "dei dieci territori Ue col tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) più elevato nel 2015".
- La Sardegna è fra le regioni italiane con i numeri più alti di soggetti ricoverati per disturbi psichici e per disturbi alcol-correlati, nonché di mortalità per suicidio.
- La Sardegna è ultima in Italia per le nascite
- I sardi sono i primi di Italia per l'utilizzo delle slot machine (buttano via 500.000 euro al giorno)
Però voglio fare una precisazione: la colpa, in parte, è anche dei sardi. Sì, perché c'è una mentalità dormiente, scarsamente propositiva, che spesso porta i giovani a starsene chiusi in casa in attesa che il lavoro gli piombi addosso. O, peggio, si rintanano in qualche bar, sperando nel miracolo tra un bicchiere di birra e l'altro. I problemi ci sono, ma bisogna anche rimboccarsi le maniche e andarsi a prendere la soluzione. I sacrifici sono la chiave, altrimenti i portoni si apriranno solo per gli altri.
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